Sfornare libri è attività imprenditoriale come tutte le altre: si deve fare quadrare il bilancio. Nel caso di edizioni sportive il nostro editore deve sondare l’interesse degli eventuali lettori da cui dipendono i numeri venduti ossia gli incassi. Infatti il bilancio deve essere comunque in positivo . Il contenuto del libro conta fino a un certo punto per il ragioniere della contabilità e quindi anche per l’amministratore delegato che è il responsabile ultimo del fatturato. Il discorso vale per Mondadori ( tanto per fare il nome di un grande gruppo ) quanto per un editore poco noto. Un libro sulle vicende sentimentali tra Barbara Berlusconi e Pato sarebbe di interesse per un certo numero di tifosi milanisti e questo conterebbe per l’editore , non la vicenda in sé. Ma c’è anche il rischio calcolato. Se il nonno dell’attuale titolare di Mondadori ( si fa sempre per dire ) si fosse accontentato del solito tram tram e non avesse preso iniziative allora considerate avveniristiche Mondadori non sarebbe quello che è oggi. Il mio libro sulla tattica nel calcio è abbastanza in controcorrente : non elogia i vincitori del momento attribuendo anche meriti tattici. Avendo notato che oggi manovre secondo schemi tattici se ne fanno ben poche la ricerca delle tattiche vincenti è fatta sul passato , quando il calcio era manovrato. Le manovre descritte nel mio libro sono “copiate” da schemi vincenti visti fare sul campo , non sono schemi inventati. Pensate : se una squadra pratica questi schemi , a parità di valori individuali con l’avversario , vince. E se la notizia si diffonderà allora anche il mio libretto assumerebbe un certo valore….Questa è la scommessa che ha fatto BookSprint Edizioni.
"L’autore è stato giocatore di calcio ma soltanto all’oratorio. Era appassionato di calcio fin da ragazzino quando, insieme ad altri come lui, scalava l’Arena di Milano (campo di calcio allora) per vedere la squadra milanese del cuore che qui si allenava. Su questi spalti, abusivi in allenamento, nasceva per l’autore la passione per la palla rotonda ma in senso critico. E già, perché allora gli allenatori insegnavano le manovre che doveva fare il collettivo per segnare il gol. Ai tempi non esisteva una letteratura tecnica, come invece c’è oggi, che illustra in libreria o sul web gli schemi di attacco e/o di difesa.